Scopri come conservare l’alloro tutto l’anno mantenendone aroma e proprietà. Una guida pratica con consigli su raccolta, essiccazione e usi alternativi.
Chiunque abbia mai staccato una foglia di alloro direttamente dalla pianta sa bene quanto possa essere intensa la sua fragranza. Un profumo pungente, a tratti balsamico, che sa di cucina casalinga e rimedi antichi. E allora perché rinunciarvi nei mesi in cui la pianta perde vigore? Scoprire come conservare l’alloro è un modo semplice per non restare mai senza quel tocco speciale.
Quando si parla di alloro, non si pensa solo a un aroma. Le sue foglie racchiudono un piccolo patrimonio di benefici: proprietà digestive, antinfiammatorie e rilassanti che accompagnano l’uomo da secoli. Ma perché conservare l’alloro richiede una certa cura? La risposta sta proprio nei suoi oli essenziali: basta poco per perderli, se non si presta attenzione a come si raccolgono e si trattano le foglie.
Quando raccogliere l’alloro per mantenerne l’aroma
Scegliere il momento giusto fa la differenza. I giorni secchi, meglio se soleggiati, sono ideali. E le ore? Quelle del mattino, quando la rugiada è ormai sparita ma il calore non è ancora troppo. Le foglie in quel momento sono ricche di essenze, pronte per essere conservate.
Conviene puntare su quelle più giovani ma ben formate, dal verde acceso. Niente foglie sbiadite o troppo vecchie: rischiano di essere meno profumate e meno resistenti nel tempo. Una volta selezionate, si procede con cura: niente strappi, solo cesoie affilate e mano leggera.
Subito dopo la raccolta, arriva il passaggio meno poetico ma necessario: la pulizia. Un bagno in acqua fredda con un pizzico di bicarbonato è sufficiente. Si lasciano immerse per una mezz’oretta, poi si sciacquano e si asciugano, una a una. No, non è un lavoro da fare di fretta: la fretta, con l’alloro, non va d’accordo.
Essiccare l’alloro: il passaggio che non si può saltare
Una volta pulite, le foglie devono asciugare per bene. Non parliamo solo dell’acqua superficiale, ma di un’essiccazione vera e propria. Il metodo più semplice? Stenderle su un canovaccio pulito, evitando di sovrapporle. Il luogo deve essere asciutto, ventilato e lontano dalla luce diretta.
Dimentica il forno o il microonde: il calore aggressivo rovina tutto. Meglio lasciarle respirare, anche se ci vogliono un paio di giorni interi. Ogni tanto, una controllatina non fa male. Quando le foglie diventano croccanti e si spezzano facilmente, il momento è arrivato.
Attenzione a non essere precipitosi: se restano umide, anche solo in parte, rischi che ammuffiscano. E lì, addio aroma e fatica sprecata. Quindi, meglio un giorno in più che uno in meno.
Conservare le foglie di alloro essiccate: carta o vetro?
Una volta che l’essiccazione è completa, viene il dilemma: dove mettere le foglie? Due sono le opzioni più affidabili. I sacchetti di carta permettono alle foglie di continuare a respirare. Sono semplici, efficaci, e aiutano a evitare l’umidità.
L’altra opzione è quella dei barattoli in vetro a chiusura ermetica. Funzionano benissimo, ma solo se conservati in un luogo buio. La luce, anche quella indiretta, tende a rovinare il profumo. Quale scegliere? Dipende da dove si tengono. In entrambi i casi, una controllatina ogni tanto è d’obbligo.
Benefici dell’alloro essiccato: non solo cucina
Pensare all’alloro solo per insaporire gli arrosti è riduttivo. Le sue foglie, anche una volta secche, conservano proprietà interessanti. Un infuso, ad esempio, può diventare un alleato dopo i pasti pesanti. Favorisce la digestione, rilassa e regala un momento di calma.
Non è tutto. L’alloro essiccato mantiene anche leggere proprietà antinfiammatorie, spesso utilizzate nei rimedi tradizionali. Un tempo lo si metteva persino nei cuscini, per conciliare il sonno. E in effetti, il suo profumo ha qualcosa di rassicurante.
Altri usi dell’alloro conservato: un alleato anche fuori cucina
C’è chi lo mette negli armadi per tenere lontane le tarme. Bastano poche foglie essiccate, magari in un sacchettino di cotone, per profumare e proteggere i tessuti. Merito dell’acido laurico, che allontana gli insetti in modo naturale.
Altri preferiscono farne tisane depurative. Una o due foglie in acqua bollente per dieci minuti, e il gioco è fatto. Non ha un sapore invadente, ma lascia una piacevole sensazione di freschezza. Un piccolo gesto che sa di benessere quotidiano.
Alla fine, imparare a conservare l’alloro è un gesto semplice, quasi meditativo. Un modo per avere sempre a portata di mano un ingrediente che sa farsi notare con discrezione, tra cucina e rimedi antichi. Bastano pochi accorgimenti per ritrovarne il profumo ogni volta che serve, anche a distanza di mesi. E, a pensarci bene, non è forse questo il bello delle cose fatte con cura?
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